CLAUDIO CISCO letteratura sul web ed immagini personali d’autore

100754580_655316445324712_5127855200945569792_n

101002973_655316338658056_6221531548714270720_n

———————————————————————————————————————————————————————————————————————————————————-

555330_4787109888105_1326729370_n.jpg

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Paese natìo di mia madre

 

Al tuo paese torni

con me

ogni tanto,

ma sei triste

pensierosa

non parli.

La tua fontana rivedi

i vicoli

la piazza

che a miglior tempo

ti furono amici.

Anche la tua casa

giace silente e vuota

negletti i fiori

accanto ai muri.

Guardi fissa la chiesa

e odi la voce

di chi la preghiera

t’insegnò a ripetere.

Vedi tutti i ricordi

segnati da croci

cerchi ma non trovi

la speme d’un dì.

 

——————————————————————————————————————–

Proprietà letteraria riservata
by Claudio Cisco
deposito S. I. A. E. n. 0603779


SENSAZIONI

E’ tutta avvolta
nel mistero e nella meraviglia
questa vita mia,
con genuino e infantile stupore
della natura
osservo ogni manifestazione
fino ad esserne rapito.
Con sensibilissima attenzione,
nel silenzio,
ascolto
le voci,
i suoni
anche i più tenui,
delle piccole cose
intorno a me.
Affascinato e curioso,
percepisco
la suggestione,
la religiosità,
il mistero
nascosti in esse.
Ai miei occhi
non appaiono
sempre traducibili e afferrabili
ma sciogliendosi in musica,
in sospiro,
mi riempiono
ugualmente
l’animo d’immenso.


FOLGORI

Ci sono macchie scure, zone d’ombra che anziché scacciare ho alimentato,

Che non riesco ad estirpare mai dal mio io: frutti cattivi d’un albero buono,

Enigmi interiori della mia mente, sempre invasa da concupiscenti tentazioni demoniache,

Carnali follie indecifrabili radicate in me sin dalla nascita:

Perdonami mamma!

Se non son riuscito ad essere ciò che volevi,

Per non aver saputo vivere una vita normale: una falsa libertà mi rendeva schiavo.

Ora che tu non sei più capisco che l’unica ragione della tua vita ero io

Le tue parole scuotono la mia anima

Come folgori nella notte, ho sfigurato la bellezza dell’anima scandalizzando i miei occhi;

Rimane il rimpianto di non averti ascoltata e il doloroso esame d’un passato ingolfato di sbagli.

Ma vi è un’unica grande consolazione dopo la tua morte, segno di vittoria:

L’imbattibile tempio di Satana fatto di lussuriose immagini oscene,

Eretto in segreto a casa mia, ora brucia nel fuoco, umiliato ed impotente,

Ridotto in cenere, trasformato in sporcizia e spazzatura.

Quel maledetto perverso gene ereditato da mio padre,

È ancora presente in me,

Ma la potenza di Dio lo ha reso innocuo ed inefficace

Trasformandolo, dopo un lungo e progressivo periodo di purificazione nel mio spirito,

In in uno strumento di gloria per questa vita e per quella eterna.

Casa mia, prima piena zeppo di figure oscene,

Ora, completamente ripulita, è ricca di angeli ed immagini sacre,

Diventata un luogo di preghiera per gli altri e per me stesso

Da solo e in comunione con i fratelli

Mettendo a disposizione di tutti

Il dono carismatico che il Padre Celeste mi ha dato

 


PRIMO AMORE

Un’ondata improvvisa di luminosi ricordi
sommerge per un attimo i duri scogli della mia realtà
e la schiuma che ritorna al mare
lascia un immenso prato verde
ricamato morbidamente dalle esili mani della primavera.
E in quel giardino, d’incanto, sbocciarono fiori di mille colori
e ali dorate di farfalle.
Lì v’era un bimbo che inseguiva felice il volo d’un aquilone
ed una bambina che sfogliava dolcemente i petali d’una margherita.
Era bello correre insieme a lei mano nella mano
tra le spighe di grano più alte di noi
e l’azzurro del cielo che sembrava così vicino, non finire mai
saltellare a gara con i cerbiatti
e seduti in riva al ruscello
gettare ramoscelli sull’acqua per vederli galleggiare dolcemente
e all’imbrunire, sudati e sporchi di terra,
scappare sul colle più alto
ed osservare il volo libero di stormi di gabbiani su oceani limpidi
aspettare in silenzio l’arrivo dell’arcobaleno con i suoi mille colori.
E lì: “io ti voglio bene anche se non so baciare” le dissi
col cuore che batteva forte come un uragano,
lei sorrise, mi baciò la guancia
e sbocciava così il mio primo amore
mentre una cicogna volteggiava in festa per me.
Ed ora, proprio in quest’istante mentre ti bacio amore mio,
io rivivo l’emozione d’allora
la stessa gioia ti giuro, lo stesso candore,
e quanti ricordi ancora vorrei rivivere con te
non più da bambino ma da uomo ormai.
Quante piccole emozioni nascoste in fondo al mio cuore
vorrei regalarti!
quanti segreti avrei da svelarti!
ma tu, tu non capiresti mai
perchè non so capirmi neanch’io
e non so come mai sta con un ragazzo come me
che ha ancora quei prati vergini nell’anima
che resta sempre solo anche se tu sei qui vicino a me
pronta ad amarmi, che buffo!
Ti prego non dirmi che sono un bambino
anche se non so far l’amore
anche se il mio mondo è ingenuo.
Tu mi sorridi e sfiorandomi la mano mi dici:
“non esiste al mondo ragazzo migliore di te”.
Amore mio,
io ti amo per non sentirmi solo,
per sorridere e volar via,
per vincere la paura che c’è in me,
per fermare la mia giovinezza che va via.
Amore mio,
è così naturale essere felici
come mai la gente non lo sa,
non mi crede!


IN SILENZIO

Io e te,
mano nella mano,
camminiamo verso il sole
guardandoci in silenzio.
Le nostre orme
sono raggi di luce,
nel loro chiarore, riflesso
osservo il tuo viso
dolcissimo
che m’incanta,
in silenzio.
Siamo solo noi due,
creati l’uno per l’altra,
rapiti da questo sole immenso.
Un amore senza fine,
grande più di noi,
ci trascina via lontano
e tu esisti ormai dentro di me
ti sento in ogni parte del corpo,
tu sei l’aria che sto respirando,
sei la mia stella che brilla nel cielo.
Vicinissimi,
avvolti dal calore,
noi ci amiamo
sfiorandoci in silenzio.
Siamo in viaggio da qui all’eternità,
eroi di un sogno in questo breve vivere,
non svegliamoci mai!
ed ora in quest’istante magico,
tu ed io siamo un solo essere
non so più dove finisci tu e comincio io,
dove si dilegua il sogno e appare la realtà.
Ora tutto acquista un senso
e finalmente scopriamo insieme
che c’è qualcosa di noi,
un motivo per vivere.
Non siamo più soli,
finchè mi starai vicina
saprai tutto di me,
avrai il meglio di me stesso
e tu con me sarai sincera.
Stringimi la mano più forte,
sei l’unico scudo tra me e il mondo,
ho bisogno di te per non morire.


BELLA MESSINAsafe_image

Come chiave d’oro che apre al paradiso,
Messina spalanca la porta alla Sicilia perla incantevole.
Bella Messina
che si lascia corteggiare da due mari,
contemplata dall’alto dalle sue montagne,
sempre spettinata dal vento,
bagnata dal mare ed asciugata dal sole,
Messina presa per mano dalla Madonna.
Bella Messina
quando dondola dolcemente le navi del suo porto,
quando incoraggia e protegge il sudato lavoro dei suoi pescatori,
quando saluta piangendo ma aspetta con ansia
il ritorno d’un suo figliolo che s’allontana senza lavoro,
quando nelle sue ville accompagna il lento andare d’un vecchio,
guarda commossa gl’innamorati delle sue panchine,
gioca trasformata in bambina con i suoi piccoli.
Bella Messina
quando si tinge di giallorosso dietro la sua squadra,
quando si pavoneggia per accogliere i forestieri,
quando tutta parata si trucca con i colori della Vara

ed il mito dei Giganti,

divertente e scapestrata come il suo dialetto.
Messina lunga donna dagli esili fianchi
con gli occhi blu come il suo mare
ed i capelli d’oro come il sole delle sue spiagge,
baciata sulla superficie del mare da mille gabbiani,
che col suo stretto maliziosamente s’avvicina senza lasciarsi toccare,
Messina che all’alba apre gli occhi sul mare
e di notte s’addormenta sotto un lenzuolo di mille luci.
Messina solare dalle ali libere verso l’orizzonte
con gli occhi luminosi mai annebbiati,
sposa d’un clima ch’è armonia in ogni stagione,
Messina che con frutti e fiori profuma di primavera.
Bella Messina
defunta ma risorta dopo il 1908,
Messina che vuole andare avanti, che non vuol morire più
vestita ormai di abiti sempre più moderni.
Bella la mia Messina
è la mia terra, la mia città
qui sto bene, sono felice,
ogni sua strada, ogni sua via
è casa mia, il mio giardino.
In lei sono nato
ed in lei voglio morire.



AQUILA DALLE GRANDI ALI

Salti per il mondo,
e in cima
in un attimo ti ritrovi,
da quell’altezza
sei tu la padrona,
niente potrà più fermarti.
Aquila dalle grandi ali
ti stagli di profilo,
i tuoi occhi
puntano la preda.
Cosa ricordi di te stessa?
forse il fiore che ti generò,
il respiro del fuoco,
l’aria aperta.
A chi somiglia?
della natura sei complice
bocca bellissima.
Non avrò timori,
il sentiero è dritto
e la ghiaia è bianca.
L’erba che raccoglierai
sul ciglio ti basterà,
e gli anni futuri
ti vedranno fiera
in cima alla montagna.
Ed io saprò dove cercarti:
nel tuo nido.



LA FINE DELLA CICOGNA

Un serpente velenoso
s’insinua vischioso nel mio giardino d’infanzia,
due mani sporche di fango,
maliziosamente,
rubano al mio impubere corpo
l’innocenza.
Sui miei occhi appena aperti
calano inesorabili ombre
senza più luce.
I sorrisi ingenui delle fate
divengono
tentacoli della paura.
Muore sbocciando
quel fiore reciso
che non crescerà più.
Mi hanno ucciso la cicogna
e con lei anche Gesù Bambino.



IO L’HO VISTA

Io l’ho vista
quand’ero ancora adolescente
e mi sentivo solo,
in un freddo pomeriggio d’inverno
nel silenzio
in quella grotta buia coperta da fronde.
L’ho vista
nella sua nudità d’angelo
librarsi in volo con le sue ali dorate,
mi ha parlato
con la sua voce dolce e suadente.
L’ho vista, lo giuro!
anche se nessuno mi vuol credere,
mi ha detto di non svelare il suo segreto
che da allora è anche il mio.
Nella notte delle stelle cadenti
sono tornato nel punto dove mi è apparsa
ma non ho veduto più nulla
silenzio assoluto anche del vento,
ma una luce brillante si è accesa
subito dopo che sono andato via.



L’ANGELO NERO

L ‘angelo nero è tornato
a bussare alla mia porta.
E’ entrato
senza che me ne accorgessi.
Nel silenzio assoluto
dei suoi passi inesistenti,
mi avvolge nel suo manto
fatto di fumo e di tenebre.
Muta creatura
della notte più buia,
mi hai preso
senza che un lamento
venisse fuori dalle mie labbra gelide,
bianche come la cera.
Ora sono anch’io una creatura della notte,
una sorta di vampiro
assetato di via, assuefatto di morte,
faccio parte del tuo mondo allucinante.
Voglio solo fuggire via nell’oscurità,
spiegare le mie ali di pipistrello
e volare lontano
nella notte che adesso sento d’amare.
Fuori il fiume sta scorrendo,
dentro il fuoco non si spegne
mai un momento,
ed io come ti sento, io ti sento!
E tu angelo nero,
ormai vivi nell’oscurità della mia anima
come una candela accesa
che va spegnendosi lentamente
ma che non si consuma.



IL TUO ANGELO BAMBINO

In segreto,
un amore
ti dorme accanto,
muto ed invisibile,
ha soltanto occhi per guardarti
e mani che non possono stringerti.
Della sua malinconia
non ti accorgi,
quando lo guardi
e non lo vedi,
quando lo accarezzi
e non lo senti.
Come un fantasmino
si aggira per la stanza,
urla a volte
per destarti dal sonno
ma invano
e poi di nuovo tace
vinto dalla tua indifferenza
più solo e più piccolo di prima.


DOLCISSIMA STELLINA

Dolcissima Stellina,
timida come un pallido sole dietro le nuvole,
tenera come un piccolo usignolo addormentato sul nido,
dal sorriso luminoso e fresco come stilla di rugiada
tu sei per me il sogno d’una notte incantata,
l’effimera illusione d’un amore irrealizzabile.
Sei in questo mio vivere terribilmente oscuro
come una luce fioca
che da lontano cresce…cresce…fino ad abbagliarmi l’anima
col tuo modo di muoverti sublime come ali di cigno
e la tua voce melodiosa come cori di augelli.
Lacrime lucenti di gioia
brillano adesso nei miei occhi.
In un attimo
tu hai riempito di bello il mio cuore,
dipinto di sogno la realtà
ed io non vorrei mai più svegliarmi
da questo momento magico.
Sembra quasi d’averti già conosciuta
tanto tempo fa in qualche sogno lontano chissà dove!
e se guardo attentamente nel fondo dei tuoi occhi
scopro in essi l’infinito vibrare
e tu ed io uniti che voliamo via sempre più su senza limiti
dileguandoci come due gabbiani liberi verso l’orizzonte.
Restano ammutolite nel mio silenzio magico
mille parole, mille sensazioni che sento ma non riesco ad esprimerti.
Non so come spiegartelo

ma avverto dentro, qualcosa d’indefinibile mai provata prima

meravigliosamente reale al tempo stesso:

un bene prezioso e profondo sommerso in me stesso
come il rosso corallo negli abissi del mare.
Da una vita sono in cerca di te
ma tu sei più di quanto aspettassi.
Dolcissima Stellina,
abbi cura di te!
ti auguro di non cambiare
resta quel germoglio che sei adesso.
Non gettare al vento il fiore della tua giovinezza,
non smarrire col tempo la purezza dei tuoi sguardi,
l’armonia d’ogni tuo gesto
perchè solo tu riesci a sorridermi con gli occhi
hai in te qualcosa in più che appartiene solo agli angeli:
che ne sarà mai del tuo viso innocente e pulito
quando, domani, cadranno le lacrime degli anni?
e quel giorno, ora tanto lontano, ti ricorderai di me?
Addio mia dolcissima Stellina!
avrei voluto darti molto di più
tornando adolescente insieme con te nel tuo mondo
ma sono dai tuoi anni
ormai disperatamente lontano.
Ti lascio in questa poesia
il mio ricordo di ragazzo solo come te
ed ogni volta che la leggerai, d’incanto
non esisteranno più barriere nè distanze tra noi due,
io, di colpo, rinascerò in te
e tu, specchiata nella mia anima
sarai qui vicino a me.

uid_121697289bc.580.0


N I C O

foto della poesia NICO.jpg

 

 

 

 

 

 

 

 

Nico!

Ti ricordo ancora

avevi dodici anni, la mia stessa età

solo qualche giorno in meno.

Nico!

Sei nella memoria coi tuoi occhi scuri

una bocca grande ma con pochi denti

ti facevo il verso

non te la prendevi.

Nico!

Eri sempre con le brache corte

e le gambe viola

per il grande freddo.

Nico!

Ma com’eri buffo

con quel cappellino con il paraorecchie

una grossa sciarpa fatta da tua mamma

come ci tenevi.

Nico!

Il compito in classe

lo copiavi sempre da me

eri furbo

non so come facevi.

Nico!

Insieme sulle piante

a buttar giù palle di neve

alle barbagianne, le ragazzine con gli occhiali

quelle proprio racchie.

Nico!

Non ti ricordi le mele

rubate insieme e mangiate di nascosto

in quel mercato rionale?

E le domeniche d’agosto?

correvamo per le strade deserte

c’eravamo solo noi

chissà cosa volevamo dalla nostra vita!

Nico!

Eri il mio migliore amico

un giorno mi dicesti:

“Se fossi nato femmina ti amerei”.

Quel giorno al doposcuola

ci presero un po’in giro

avevano scoperto

i nostri giochi strani.

Non mi vergognavo di volerti bene, di prenderti per mano,

di regalarti il mio affetto

quello che riuscivo a darti,

quello che potevo darti.

Nico!

Ma tu adesso cosa fai?

chissà se ti sei sposato, se hai dei figli

se pensi ancora a noi.

Com’era bello uscire da scuola!

e col sole o con la neve

tornare a casa

insieme.

Nico!

uid_1221f6a4296_580_0

——————————————————————————————————————–

OSSESSIONE PER UNA NINFETTA

uid_11c95701658.50.0

(Dal libro Lolita di V. Nabokov)

Spiccava col suo giovane corpo e l’aria da bambina tra la gente ignara
quel piccolo micidiale demonietto,
inconsapevole anche lei del proprio fantastico potere.
Mi guardò col suo visino indecifrabile di ragazzina tredicenne
come se mi avesse letto il desiderio negli occhi
fino ad intuirne la profondità
e nel preciso momento in cui i nostri occhi s’incrociarono,
tra di noi si stabilì subito un’intesa
capace di annullare in quell’attimo qualunque barriera
ed io non avrei potuto abbassare gli occhi
neanche se fosse stata in gioco la mia vita.
La sfiorai ma senza osare toccarla,
respirai intensamente quella sua delicata fragranza
che sapeva di borotalco
e da quel punto così vicino eppure disperatamente lontano
ebbi per la prima volta la consapevolezza,
chiara come quella di dover morire,
di amarla più di qualsiasi cosa avessi mai visto o potuto immaginare
e di voler essere il primo ad assaporare quel piacere proibito
che soltanto la mia giovanissima dea dell’amore
avrebbe saputo offrirmi
in un paradiso illuminato dai bagliori dell’inferno.
Un uomo normale,
forse per vergogna o sensi di colpa,
scaccerebbe via dalla propria mente simili pensieri.
Bisogna essere artisti,
eterni bambini sempre in volo senza logica nè equilibrio
folli di malinconia e di disperazione
di solitudine e di tenerezza
per lasciarsi totalmente trasportare e tormentare
dalla magica ossessione per quella ninfetta.

———————————————————————————————————

QUELLA STRANA RAGAZZA
Magia di una notte di luna piena. Non riuscivo a dormire. Le tende bianche svolazzavano leggere e una chiara luce illuminava la stanza. Il respiro del mare arrivava alle mie orecchie, il richiamo era troppo grande per resistere. Una figura dai lunghi capelli biondi, innamorata del suo mare, veniva verso di me. il suo sorriso era dolce, i suoi occhi tristi, quella strana ragazza confidava al mare sogni e segreti, sicura che mai nessuno li avrebbe rubati. Disperato io la chiamavo in quella notte di luna piena, avevo bisogno che qualcuno mi ascoltasse, sognasse per me. E lei era già là a piedi scalzi sulla sabbia umida e fresca, si lasciava accarezzare dalle onde. I suoi occhi erano quelli del mare, guardavano la luna e il suo chiarore, inseguivano i suoi desideri, rincorrevano i suoi sogni. La luna era alta nel cielo, la sua luce argentea illuminava il mare. Gli occhi di quella strana ragazza seguivano il ritmo delle onde, la vedevo correre, ritornare a vivere.
ragazza

——————————————————————————————————————– 

NISIDA

Sconosciuta Nisida, sacerdotessa del male

misteriosa, imprendibile, diabolicamente angelica

dimmi ti prego: chi sei?

Fai parte del mio mondo mortale

o ti ha partorito la mia immaginazione?

Sei una creatura di carne e ossa

oppure un’entità figlia di magia e misteri?

Ogni notte ed alla stessa ora

puntuale mi rapisci col tuo campo magnetico

invisibile alone che dà piacere e uccide

e mi traforma in alieno uguale a te

estrema lotta fra carne e spirito

drammatico calvario di orgasmi e morte.

Ti scongiuro Nisida

svelami il tuo complicatissimo enigma

e rivelami se è donna o fantasma

colei che di notte fa l’amore con me.

Amabile folle creatura

da quale mondo vieni?

che poteri hai?

che specie di demone sei? Mi leggi la mente, oltrepassi i pensieri.

Non ho paura di te, sai: tu sei tutto quello che io sono

ma le conseguenze di questa tua presenza in me

non sono in grado di controllarle, potrebbero essere devastanti.

Io so da sempre

di non essere normale

legato da un cordone ombelicale alla solitudine

perso nei labirinti dell’angoscia

sospeso tra le forze del bene e quelle del male

aggrappato solo all’arte ed alla sua creatività.

Ma tu inafferrabile Nisida disegni il mio destino

sei una lama affondata nella mia carne che non trasmette dolore

una voce lunare che mi guida la mente come un sesto senso

ed hai disintegrato ogni equilibrio

ormai sono folle più dei folli.

E’ tempo di portarmi con te, seducente Nisida

questo mondo non è più per me

la mia anima è troppo inquieta e gitana per rimanere ancora,

ho conosciuto solo tenebre

ora voglio entrare nella luce.

bimbo-236x300

 

 

L’ALBA DELL’UOMO

alba_uomo_1alba_uomo2

Da un chiarore lontano

spunta l’alba

repentinamente

e colora di luce il nuovo mondo.

Intorno,

piante stecchite

animali selvatici

grotte e caverne buie.

Si svegliano anche gruppi di scimmie

sono nude come vermi della terra,

schiamazzano

litigano

si riuniscono.

Qualcosa sembra dire loro:

“uniamoci

e combattiamo insieme”.

Una battaglia che durerà nei secoli

sino alla fine dell’universo

se fine ci sarà.

—————————————————————–

 

IL MARE E LA BAMBINA

il_mare_e_la_bambina (1)

L’inesorabile sbattere delle onde

graffia gli scogli

li scolpisce, li modella.

La bambina,

con la vestina gialla e il fiocco stretto in vita,

ha negli occhi l’immagine del sole

per l’ultima volta visto.

Guarda il mare,

vi proietta quell’immensa luce.

E’ solo un attimo

e l’acqua la travolge.

E dopo è solo luce

luce che rischiara e scalda il mare

e la bambina è solo acqua.

———————————————————————————

EROS E MORTE

erosmorte

Eros e morte

camminano insieme,

l’uno a fianco dell’altro,

dall’origine dell’universo

sino all’eternità.

Non può esistere il sesso

senza l’incombente presenza della morte,

e non si può morire per sempre

se non si sparge prima su questa terra il seme dell’amore.

Ogni essere umano comincia a morire

da quando un orgasmo lo genera,

e conserva nella memoria d’una lapide

parte di quell’amore che non separa la vita dalla morte.

Non c’è maga Circe capace di convincere Ulisse

col dono dell’immortalità,

e non esiste spada di Damocle sul punto di crollare

che spaventi l’uomo

perchè quest’ultimo,

ostinato e vanitoso,

innamorato di quel breve soffio che è la vita,

è pronto a sfidare persino gli dei

pur di amare e morire,

respirando fino all’ultimo alito di vita,

sfruttando anche l’ultima goccia di sangue che arrivi al cuore.

Dinanzi a tanta meravigliosa presunzione di vitalità

anche l’Onnipotente resterebbe senza parole.

———————————————————————–

 

 

 

 

 

ALBA

d8b27e4def3ca591b2ec1f9cae4bf8c4

Alba!

 

tu stai sorgendo,

 

silenziosa brezza nell’aria,

 

leggiadre ali intorno.

 

Alba!

 

tu stai spargendo

 

il tuo colore

 

sul mare

 

addormentato.

 

La tua pace

 

mi sta

 

cambiando.

 

La mia anima,

 

svegliandosi,

 

si sta aprendo all’amore

 

verso l’infinito.

 

Io sento

 

che sto per nascere

 

sì,

 

lo sento,

 

io sto nascendo.

—————————————————————————————————————————–

PERDENDOMI NEL TRAMONTO

uid_11f46e37f3b_580_0

Un altro giorno sta passando uguale agli altri

ed io sono da solo con i miei pensieri come sempre,

dentro l’anima sospesa tra i ricordi e l’infinito

una irrefrenabile voglia di fuggire via,

di respirare forte l’aria.

Con la mia auto corro sull’asfalto verso chissà dove

come per riscattare l’anima dal suo torpore

ma la strada sembra farsi sempre più triste.

Il sole scende lentamente all’orizzonte,

la sua luce filtrando attraverso le mie lacrime

mi mostra il suo colore su ogni cosa intorno

avvolgendo il paesaggio d’una malinconica bellezza.

Vedo la spiaggia deserta,

cammino udendo il rumore del mare che s’infrange contro gli scogli,

sento il calore della sabbia sotto i piedi nudi e mi scopro vivo

seguo la via illuminata che il tramonto sembra indicarmi.

E in quella luce come una visione

mi appare il tuo viso

così vicino da sembrare reale,

per quante notti l’ho sognato.

Purtroppo i sogni vanno via col vento e si dissolvono

ma io, chissà perchè, non l’ho mai dimenticato.

Ora vedo scomparire laggiù in fondo al mare

il sole,

nasconde i suoi ultimi raggi quasi furtivamente,

e la superficie dell’acqua,

che nelle giornate serene luccicava

come ricoperta da miriadi di specchi,

assume quel triste colore che segue al crepuscolo

delineando il profilo d’una natura morente.

Anche il tramonto ormai,

come tutte le mie cose più belle,

è fuggito via.

Ed io mi trovo ancora qui in riva al mare

senza sapere il perchè.

Portami via dove sei tu

non lasciarmi solo.

Distante dal mondo

senza ombra viva intorno e col tempo che vola,

la mia anima s’è perduta

volgendo anch’essa al tramonto.


23905284_10213081398382061_528545462462346392_n

 CLAUDIO CISCO

Appassionato dell’arte in tutte le sue forme e manifestazioni, trova prestissimo la propria realizzazione artistica nella letteratura, anche perchè sollecitato sin da giovanissimo da una innata predisposizione verso la scrittura che si è rivelata sempre viva e costante. Compone incessantemente sia in linguaggio poetico che in quello prosaico. Tra i temi trattati dall’autore con maggiore interesse durante questo cammino letterario spiccano l’amore per l’adolescenza e più in generale per la giovinezza, la continua e spasmodica ricerca di un contatto quasi epidermico con la natura come rifugio personale fin quasi a sentirsi in perfetta simbiosi con essa, la sempre presente attrazione verso l’irrazionale e l’indefinito che trova nel mondo della fantasia e dell’onirico, del misterioso e del fabuloso, la pià alta espressione della sua creatività. Malinconia e tristezza, desiderio d’evasione e tematiche esistenziali ma anche romanticismo e psicologia dell’animo umano, rappresentano i sentimenti e le attitudini più consoni all’autore che traspaiono riflessi emergendo attraverso i personaggi da lui creati che sono sempre gli ultimi e i disadattati, i sensibili e gli incompresi. Una fondamentale svolta nella creatività dell’autore, è stata data dalla sua recente conversione alla religione evangelica e cristiana che, avvicinandolo fortemente alla fede, gli ha permesso un radicale cambiamento di sentimenti e tematiche delle proprie opere, facendolo aprire conseguentemente all’ottimismo e alla certezza della speranza. I testi sprizzano da tutti i pori gioia e positività che hanno sostituito quel buio e quella negatività che vi aleggiavano prima della conversione.


 in foto: CLAUDIO CISCO “ritratti d’autore”

Immagine 001uid_11e1d290dbb_580_0uid_11e1d29458a_580_0uid_11e1c3d4bc9_580_0

ujhygft30716137_119217368934625_6537786320184410112_n30704279_10156209340434089_676865569197245221_n60fa6440224f3b50f93eba7282a1ada030725952_10214211440192400_3990228710141242500_n30727963_10214220961590429_8383127923335738696_n30739024_119498508906511_755314245754683392_nbcvcdxxxfrdrggttggg31189828_10214254646272525_1698001949463262467_nhtrdurteut31154331_10214254657072795_9131281020666378268_n (1)ddfdfimg5304928_117750504017_1745127_n184535_4731382734961_778332552_n537344_4731402375452_192515199_nuid_117f44450ae_580_0Oro_Pagina_7Oro_Pagina_6Immagine 015uid_119dc8978a9_580_0uid_11869452674_580_0uid_11869459458_580_0uid_118694569be_580_0uid_12237363f35_580_0uid_1186945d497_580_0uid_11e1c439068_580_0uid_11e270a85f3_580_0uid_117f3f92e11_580_0405997_4480262918450_724983853_n69689_4480266878549_414630211_n20140826122528826 1doc20140821173834_001Foto 1Immagine 022uid_11e1c3c2bff_580_0uid_11e1c3f5ca8_580_0uid_11e1c498ef7_580_0uid_121f98c7356_580_0uid_121fcb6f0f8_580_0uid_124482fb88e_580_0uid_12004f6d3cd_580_0uid_121f9951ad4_580_0uid_122c0850f26_580_0uid_11d9bc58027_580_0uid_11e1d2d2096_580_0uid_122c0812ba7_580_0uid_1221e428e46_580_0uid_11e25fcdd79_580_0uid_12237ccdcfa_580_0uid_122378b5498_580_0uid_1186944d6b2_580_0uid_1223794e23f_580_0uid_11e1d28d127_580_0uid_11e1d29b990_580_0uid_11ad967e4a4_580_0uid_11e1d29f267_580_0uid_11869461f85_580_0uid_120051cb774_580_0img201yjrftgfxhgfggchgcggdfthghgdgnnnnnnfoto 01foto 2greMHJGHJBGHYGYJxzazszsshgdddHTDJYTDYRimg538bwqllhgimg21488208858_prv_01_zjNm-LoEnpYBVyX5k4Z_msWXJKZzU9N288207316_prv_01_KhKDSgBUQ0NR9fIxPIi_Og2Xj4JMrcHU88208948_prv_01_FEI1YaJBjd3_zUl85YM8sz71QUDQ-KUkxcfdsgggggggggggggPXSTYThgfyurdewfxzddfsdfvuid_11e1d2a3f9d_580_0xxxxxxxxxxxeddiuyt7img181NBCHCVVBuid_11e1d297d05_580_0uid_1221f7057dd_580_0uid_12004f415ed_580_0uid_121f98a5c51_580_0Oro_Pagina_8uid_11e1c45aead_580_0roma 2uid_11e1d2c0f96_580_0uid_11e1d2d65bf_580_0uid_11e1d2cd2ed_580_0uid_12004f57684_580_020140826122528826 2uid_121f9a9b420_580_0

CLAUDIO CISCO letteratura sul web ed immagini personali d’autoreultima modifica: 2013-01-17T15:04:00+01:00da claudiocisc1
Reposta per primo quest’articolo