POESIE DI CLAUDIO CISCO DEDICATE ALLA L U N A

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PREGHIERA D’UN’ANIMA IN PENA ALLA LUNA

Luna,

tu muta e bianca

sul destino degli umani

posi silente lo sguardo.

Solinga e distante,

sorella del buio e delle ombre,

non ti diletti e non piangi

ma taci,

osservi e sempre taci.

Eppure chi può dirmi se non tu sola

se è per natura perdente l’umana sorte

o se riposerà alfin ciascun mortale

e avran sollievo le sue notturne paure?

Vorrei chiederti o mia cara luna

a che serve vivere

e dove porta questo terreno viaggiare,

per cosa si arresteranno i battiti del mio cuore?

Ma tu mi appari misteriosa e vana

come lo è tutta l’esistenza umana

senza risposte, né certezze,

incurante della mia anima che anela, brama di sapere.

Io fragile essere, piccolo e limitato

tu immortale creatura d’uno sconfinato universo,

eppure quanta grandezza nell’umano spirito

nel desiderare l’infinito pur comprendendo la propria piccolezza!

Silenziosa luna presto dovrai andar via,

l’alba si sta svegliando,

la terrena notte illuminerai nuovamente alla fine del giorno

ma gli occhi del mortale uomo rivedranno ancora luce?

e le piante e gli animali tutti qual destino avranno?

Luna

musa ispiratrice di poeti e cantanti,

meta irraggiungibile di sogni lontani,

compagna notturna di viandanti e zingari,

lascia che io alzi lo sguardo fino a te,

ultima sconsolata preghiera d’un’anima in pena.

Tu luna vegli sopra uno strano mondo

fatto di pazzi.

Qui non c’è amore né comprensione

ed io non voglio più starci.

Un immenso buio

ha schiuso le ali sul mondo

e sul cuore degli uomini,

e questa notte sembra non aver mai fine.

Addio anche a te luna!

la mia solitudine è ormai segnata

in un presagio di morte

che prelude al pianto.

 

 

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LA LUNA DI PETER PAN

 

Sentirsi eterni adolescenti

 

o addirittura curiosi bambini

 

alla meravigliosa scoperta del mondo.

 

Presi per mano dalla fantasia,

 

sospesi fra le nuvole

 

tra favole ed eroi,

 

viviamo nella città dei sogni.

 

In fondo

 

siamo creature talmente vulnerabili e fragili

 

che finiscono per provare realmente

 

i sentimenti e le emozioni che immaginano.

 

E rifiutare di crescere,

 

fuggire dalle proprie responsabilità,

 

annullare la vecchiaia e cancellare la morte.

 

Tutto è ingenuità,

 

disarmante stupore,

 

poetica avventura,

 

tenerissima immaturità.

 

Avere per amici solamente

 

gli artisti,

 

gli uccelli,

 

gli acrobati,

 

gli angeli

 

e tutti coloro i quali

 

con i piedi per terra

 

un senso non hanno.

 

Viaggiare con la mente,

 

leggeri come piume

 

che non atterrano neanche senza vento,

 

col dono dell’immunità’

 

verso i problemi pratici quotidiani,

 

incontaminati dalla crudeltà del materialismo.

 

Noi siamo Peter Pan,

 

affetti da una sindrome cronica

 

che non si potrà mai curare

 

e che si nutre ogni giorno

 

di nuovi colori, nuove sensazioni,

 

abbiamo la luna sempre negli occhi

 

siam pronti a raggiungerla in ogni magico istante.

 

Siam veramente malati e patologici?

 

o forse siamo solo

 

più fortunati di altri,

 

capaci di essere noi stessi.

 

Credo che siamo davvero vicini a Dio

 

e veniamo da un mondo

 

che sta al di là.

 

 

 

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ESTASI LUNARE

 

Vedo l’inviolabile notte implorare,

 

mi muoverò lentamente in un arido silenzio

 

come un gatto protetto dalla sua torpidezza,

 

cullerò un’infinità di rumori e di fumo

 

e a stento la notte ritroverà la sua pace.

 

Vedo un lucente angelo esanime,

 

infido torcerò gemme colorate

 

e vagherò nudo, tedioso e inerte

 

tra i docili fremiti degli antri di donna

 

e a stento l’angelo ritroverà la sua forza.

 

Vedo un’incantevole regina piangere,

 

rifiorirò tra le grinfie dell’amore e della vita

 

nel perduto e meraviglioso oblio rosso

 

sussurrando poesie tra le spire d’una stella

 

e a stento la regina ritroverà il suo sorriso.

 

Vedo una bambina perdere la sua infanzia,

 

insidierò ancora l’umidità delle tentazioni,

 

eviterò l’abbaglio dei cristalli

 

cancellando anche il sapore della nebbia

 

e a stento la bambina ritroverà il suo gioco.

 

Ma nel solenne splendore delle mie visioni

 

della notte, dell’angelo, della regina

 

e persino dell’innocente bambina,

 

attenuerò il lacerante taglio dei ricordi

 

e danzerò nell’estasi lunare.

 

 

 

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ADOLESCENTE LUNA

 

Erano brevi attimi di buio

 

interrotti da labbra di neve,

 

addolciti da profumi d’incenso

 

e deliziose manie.

 

Era l’estate appagante

 

nella sua rossa solitudine

 

assordante di rumori al sapore di grano.

 

Ti adoravo mia adolescente luna,

 

disegnandoti sul mio diario segreto

 

illuminavi i miei giorni confusi, le notturne paure,

 

e le memorie ancora acerbe prendevano forza

 

in una danza eclettica di ondeggianti stelle.

 

Eri mia, lunghi fianchi sinuosi

 

distesi su letti d’argento,

 

e lì riappariva il mare nella sua immensa distesa.

 

Oggi che i miei giorni si consumano di vecchiaia,

 

sei ancora mia

 

attraverso rughe di arrugginite memorie.

 

 

 

 

 

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I SEGRETI DELLA LUNA

 

Per ore lunghe e lievi

 

ho scrutato i segreti della luna,

 

e senza accorgermi,

 

una notte dietro l’altra,

 

ho cercato una forma di vita

 

sul suo pallido volto

 

per colmare questo purpureo calice

 

ancor vuoto.

 

È vero,

 

eterni sentimenti ci uniscono,

 

e come lupo in fuga,

 

orfano d’eteree rimembranze,

 

tendo le mani e la ricerca

 

nel mezzo dei suoi argentei fili,

 

chioma di madre celeste.

 

Non sogni o fatue visioni,

 

non amori o delitti,

 

non tormento o quiete

 

a cui abbandonarsi

 

finché lei resta lassù

 

con il capo chino

 

sulle mie mani aperte.

 

 

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OSSESSIONE PER UNA NINFETTA

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(Dal libro Lolita di V. Nabokov)

Spiccava col suo giovane corpo e l’aria da bambina tra la gente ignara
quel piccolo micidiale demonietto,
inconsapevole anche lei del proprio fantastico potere.
Mi guardò col suo visino indecifrabile di ragazzina tredicenne
come se mi avesse letto il desiderio negli occhi
fino ad intuirne la profondità
e nel preciso momento in cui i nostri occhi s’incrociarono,
tra di noi si stabilì subito un’intesa
capace di annullare in quell’attimo qualunque barriera
ed io non avrei potuto abbassare gli occhi
neanche se fosse stata in gioco la mia vita.
La sfiorai ma senza osare toccarla,
respirai intensamente quella sua delicata fragranza
che sapeva di borotalco
e da quel punto così vicino eppure disperatamente lontano
ebbi per la prima volta la consapevolezza,
chiara come quella di dover morire,
di amarla più di qualsiasi cosa avessi mai visto o potuto immaginare
e di voler essere il primo ad assaporare quel piacere proibito
che soltanto la mia giovanissima dea dell’amore
avrebbe saputo offrirmi
in un paradiso illuminato dai bagliori dell’inferno.
Un uomo normale,
forse per vergogna o sensi di colpa,
scaccerebbe via dalla propria mente simili pensieri.
Bisogna essere artisti,
eterni bambini sempre in volo senza logica nè equilibrio
folli di malinconia e di disperazione
di solitudine e di tenerezza
per lasciarsi totalmente trasportare e tormentare
dalla magica ossessione per quella ninfetta.

 

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BELLA MESSINA

Come chiave d’oro che apre al paradiso,
Messina spalanca la porta alla Sicilia perla incantevole.
Bella Messina
che si lascia corteggiare da due mari,
contemplata dall’alto dalle sue montagne,
sempre spettinata dal vento,
bagnata dal mare ed asciugata dal sole,
Messina presa per mano dalla Madonna.
Bella Messina
quando dondola dolcemente le navi del suo porto,
quando incoraggia e protegge il sudato lavoro dei suoi pescatori,
quando saluta piangendo ma aspetta con ansia
il ritorno d’un suo figliolo che s’allontana senza lavoro,
quando nelle sue ville accompagna il lento andare d’un vecchio,
guarda commossa gl’innamorati delle sue panchine,
gioca trasformata in bambina con i suoi piccoli.
Bella Messina
quando si tinge di giallorosso dietro la sua squadra,
quando si pavoneggia per accogliere i forestieri,
quando tutta parata si trucca con i colori della Vara

ed il mito dei Giganti,

divertente e scapestrata come il suo dialetto.
Messina lunga donna dagli esili fianchi
con gli occhi blu come il suo mare
ed i capelli d’oro come il sole delle sue spiagge,
baciata sulla superficie del mare da mille gabbiani,
che col suo stretto maliziosamente s’avvicina senza lasciarsi toccare,
Messina che all’alba apre gli occhi sul mare
e di notte s’addormenta sotto un lenzuolo di mille luci.
Messina solare dalle ali libere verso l’orizzonte
con gli occhi luminosi mai annebbiati,
sposa d’un clima ch’è armonia in ogni stagione,
Messina che con frutti e fiori profuma di primavera.
Bella Messina
defunta ma risorta dopo il 1908,
Messina che vuole andare avanti, che non vuol morire più
vestita ormai di abiti sempre più moderni.
Bella la mia Messina
è la mia terra, la mia città
qui sto bene, sono felice,
ogni sua strada, ogni sua via
è casa mia, il mio giardino.
In lei sono nato
ed in lei voglio morire.

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NOSTALGIA

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Le inquietudini del mio primo bacio

e poi le affascinanti scoperte intime

i primi turbamenti

quei peccati d’una età che non torna più

scomparsa per sempre.

E tu sorellina timida timida

ed io fratellino impacciato e buffo,

tra sguardi e silenzi

ci spiavamo dentro l’anima

imparavamo ad amare.

Provo con la fantasia a tornare bambino

insieme con te

nella poesia di quel nostro magico mondo.

Cerco invano

di ricreare quegl’innocenti momenti intensi

mi ritrovo il fantasma d’un uomo già inesorabilmente invecchiato.

Quelle due giovani creature

ora son come cristalli di ghiaccio d’un viso d’inverno.

Quell’antica primavera

è ormai neve e gelo.

 

 

IL SILENZIO NEL SILENZIO

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Erba appena bagnata sulla livida terra,

odore di pioggia da poco caduta

trasporta nell’aria bollicine di sogni,

in questo autunno che scorre lento…

Silenti alberi ammutoliti e spogliati

attendono stanchi giovani foglie,

con la nuova stagione arriveranno

in questo autunno che respira lento…

Un colore giallognolo suggestivo e irreale

avvolge ogni cosa di magico incanto,

sfumature di anime invocano il sole

in questo autunno che sbadiglia lento…

Piante e animali stanno dormendo

la natura è un fantasma che si aggira ramingo,

persino le pietre chiudono gli occhi arrossati

in questo autunno che dorme lento…

Non si avvertono rumori, non si odono lamenti

non c’è più linfa, è sottratta ogni energia,

domina il nulla immobile e statico

in questo autunno che tace lento…

Una coltre di nebbia come una nuvola

disegna il paesaggio di malinconica assenza,

una sottile tristezza scende sul cuore

in questo autunno che muore lento…

E in questo bosco solitario e sperduto

dove anche il vento non ha la forza di soffiare,

io perdo me stesso ed i miei pensieri

e nel silenzio io rimango in silenzio.

 

 

SENSAZIONI

SENSAZIONI

E’ tutta avvolta

nel mistero e nella meraviglia

questa vita mia,

con genuino e infantile stupore

della natura

osservo ogni manifestazione

fino ad esserne rapito.

Con sensibilissima attenzione,

nel silenzio,

ascolto

le voci,

i suoni

anche i più tenui,

delle piccole cose

intorno a me.

Affascinato e curioso,

percepisco

la suggestione,

la religiosità,

il mistero

nascosti in esse.

Ai miei occhi

non appaiono

sempre traducibili e afferrabili

ma sciogliendosi in musica,

in sospiro,

mi riempiono

ugualmente

l’animo d’immenso

 

 

PRIMAVERA

PRIMAVERA

Petali di fiori,

ali di farfalle,

canti di uccelli,

profumi nell’aere.

Il sole che sorride,

il cielo che sta a guardare.


 


CLAUDIO CISCO scrittore e poeta 

nato a Messina il 18-10-1964

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POESIE DI CLAUDIO CISCO DEDICATE ALLA L U N Aultima modifica: 2013-01-18T09:11:00+01:00da claudiocisc1
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