ENIGMI INTERIORI-LA FINE DELLA CICOGNA di CLAUDIO CISCO

 

CLAUDIO CISCO

 

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P R E S E N T A Z I O N E

 

CLAUDIO CISCO nasce il 18-10-1964 a Messina Solitario e meditativo per natura, rivela sin da piccolo, in trasparenza, una sensibilità profondissima ed una straordinaria vocazione per lo scrivere. Scrittore inquieto dall’animo agitato e tormentato, amante della solitudine, esordisce nel 2004 col suo primo libro COME SONO DENTRO, dove la sua natura romantica e dolce si fonde meravigliosamente con la sua indole malinconica e funerea facendo germogliare liriche di ineguagliabile purezza. Ma la sua ispirazione sempre fervida non ha limiti ne’ confini. Decide così di ampliare il suo percorso letterario spaziando nel campo della narrativa. Nasce l’anno dopo il libro COLEI CHE BREVEMENTE FU E CHE MAI IN VITA CONOBBI, nel quale il senso del mistero e la paura della morte si innalzano a vita sospinti dalla forza del sogno e dall’incanto dell’immaginazione, attraverso pagine delicatissime e di commovente bellezza nelle quali impeto del racconto e capacità fabulosa si armonizzano con arte. Libro successivamente modificato leggermente nel testo con due diverse copertine rispetto all’originale. Nello stesso anno sente l’esigenza di fare presa sui lettori e rischia coraggiosamente dando alle stampe il libro IL VECCHIO E LA RAGAZZA, un libro-scandalo che si schiera contro tutte le convenzioni sociali e ogni forma di moralità a difesa d’una libertà d’espressione illimitata e senza freni. Il libro fa molto parlare di se’ ma incuriosisce, viene successivamente riscritto dall’autore col titolo LA FINE DELLA CICOGNA in una nuova stesura nella quale vengono aggiunti nuovi concetti. Nel 2006 torna al suo vecchio amore: la poesia, e crea il libro LA MIA ANIMA E’ NUDA, dimostrando ancora una volta la sua impossibilità di essere e di realizzarsi in un mondo che nega tanto più crudelmente la felicità, quanto maggiore è la nostra virtù. Spinto dalla sua indomabile e istintiva creatività sempre ricca di idee ed emozioni, prosegue nel 2007 verso la strada della lirica e partorisce il suo quinto libro IL SILENZIO NEL SILENZIO. Una vera rivoluzione è in atto nel poeta. L’accessibilità immediata dei suoi versi, viene sostituita da un’accurata e sofisticata ricerca del vocabolo. La sua solitudine estremamente privata senza sbocchi, si apre di colpo al mondo che lo circonda attraverso tematiche di più ampio respiro. Segno evidente d’un artista, e d’un uomo prima, che sa continuamente rinnovarsi come un istrione della scrittura, capace di sorprendere ogni volta. Sempre nel 2007 raccoglie 40 sue poesie tratte dai libri di liriche scritti in precedenza e dà alla luce il libro SENSAZIONI. Focalizzando sempre più la sua genialità creativa e rinnovandosi continuamente da schemi originalissimi da lui stesso creati, scrive ANIMA SEPOLTA, un’espressione poetica d’avanguardia, alternativa, dove fobie ossessive e fantasmi interiori, esternandosi, si tramutano con sepolcralità in energie negative lugubri e macabre, segni indelebili d’una morte interiore eternamente rassegnata nel misterioso mondo della follia e dell’inconscio. Si cimenta poi in un monologo in prosa surrealista di carattere cerebrale e filosofica APOCALISSE MENTALE. Nel 2008 compone altri 2 libri in versi EROS E MORTE (poesie erotiche e dark) e LA LUNA DI PETER PAN, nel quale il romanticismo predomina velato da una indefinibile tristezza. Nel medesimo anno raccoglie tutte le sue liriche assieme a passi significativi delle sue prose e scrive il libro TUTTO SU DI ME. Esterna poi tutto il suo amore per il mare dedicando interamente ad esso il libro di poesie L’ANIMA DEL MARE, seguito in breve tempo da un altro intitolato LUCE dentro il quale emergono poesie di forte impatto emotivo ed intensa meditazione. Sempre nello stesso anno scrive IL MIO MONDO IN VERSI raccolta di sue poesie edite con immagini personali, ATTRAVERSANDO IL SOLE liriche a tema e VIAGGIO NELL’ANIMO DI UNO SCRITTORE nel quale inserisce tutte le sue opere letterarie in poesia, prosa e narrativa ed ENIGMI INTERIORI liriche emotivamente coinvolgenti di difficile impatto e non di immediata assimilazione. Si rivolge quindi di nuovo alla narrativa e scrive il libro intitolato LAILA un breve racconto tenero e struggente in cui scruta, indaga, penetra l’animo umano cogliendone sentimenti e debolezze, svelandoli con finissima introspezione, compone poi PREGHERO’ parole di fede e speranza dedicate alla sua comunità evangelica. Nel 2009 esce la definitiva versione del libro IL VECCHIO E LA RAGAZZA (Giraldi editore), nuova la copertina, rivisitato il testo. E’ il grande e meritato successo.

 

B I B L I O G R A F I A

 

-COME SONO DENTRO

-ANIMA SEPOLTA

-APOCALISSE MENTALE

-COLEI CHE BREVEMENTE FU E CHE MAI IN VITA CONOBBI

-IL VECCHIO E LA RAGAZZA

-LA MIA ANIMA E’ NUDA

-IL SILENZIO NEL SILENZIO

-SENSAZIONI

-LA FINE DELLA CICOGNA

-EROS E MORTE

-LA LUNA DI PETER PAN

-TUTTO SU DI ME

-L’ANIMA DEL MARE

-LUCE

-IL MIO MONDO IN VERSI

-ATTRAVERSANDO IL SOLE

-VIAGGIO NELL’ANIMO DI UNO SCRITTORE

-ENIGMI INTERIORI

-LAILA

-PREGHERO’

 

 

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N I S I D A

 

Sconosciuta Nisida, sacerdotessa del male

 

misteriosa, imprendibile, diabolicamente angelica

 

dimmi ti prego: chi sei?

 

Fai parte del mio mondo mortale

 

o ti ha partorito la mia immaginazione?

 

Sei una creatura di carne e ossa

 

oppure un’entità figlia di magia e misteri?

 

Ogni notte ed alla stessa ora

 

puntuale mi rapisci col tuo campo magnetico

 

invisibile alone che dà piacere e uccide

 

e mi traforma in alieno uguale a te

 

estrema lotta fra carne e spirito

 

drammatico calvario di orgasmi e morte.

 

Ti scongiuro Nisida

 

svelami il tuo complicatissimo enigma

 

e rivelami se è donna o fantasma

 

colei che di notte fa l’amore con me.

 

Amabile folle creatura

 

da quale mondo vieni?

 

che poteri hai?

 

che specie di demone sei? Mi leggi la mente, oltrepassi i pensieri.

 

Non ho paura di te, sai: tu sei tutto quello che io sono

 

ma le conseguenze di questa tua presenza in me

 

non sono in grado di controllarle, potrebbero essere devastanti.

 

Io so da sempre

 

di non essere normale

 

legato da un cordone ombelicale alla solitudine

 

perso nei labirinti dell’angoscia

 

sospeso tra le forze del bene e quelle del male

 

aggrappato solo all’arte ed alla sua creatività.

 

Ma tu inafferrabile Nisida disegni il mio destino

 

sei una lama affondata nella mia carne che non trasmette dolore

 

una voce lunare che mi guida la mente come un sesto senso

 

ed hai disintegrato ogni equilibrio

 

ormai sono folle più dei folli.

 

E’ tempo di portarmi con te, seducente Nisida

 

questo mondo non è più per me

 

la mia anima è troppo inquieta e gitana per rimanere ancora,

 

ho conosciuto solo tenebre

 

ora voglio entrare nella luce.

 

 

LACRIME D’ARDESIA

 

Una bruna landa

 

Trafitta da aghi verde-spento.

 

Sopra dense nubi pendono basse;

 

immote, opprimenti con il loro grigiore.

 

Nella plumbea ombra del mio albero

 

Dalle foglie color del giaietto

 

Seggo.

 

Sondo l

orizzonte;

custodisce la nera voragine.

 

Sol essa m

affascina.

Sotto le palpebre, ribolle d

enigmi di vermiglio.

Del suo vuoto oscuro, si empie l

anima.

Ma è lontana.

 

-il mio tronco è riarso solo alla base –

 

Sebbene pur sempre incombente.

 

I miei lineamenti,

 

-raggelati dal dubbio-

 

Le mie membra,

 

-contratte dalla costernazione-

 

Attendono il vento;

 

poiché i suoi dardi

 

devasteranno l

immobilità

e libereranno il fulgore,

 

il sole.

 

Tutto brillerà

 

Percosso da riverberi;

 

-immaginifiche distrazioni-

 

M

accecheranno.

-Come tutte le altre volte.-

 

Frattanto, piango lacrime d

ardesia.

 

 

 

 

ESSENZA DI TE

 

Dell

iridi tue

Ho tinto un lago,

 

e dal fondo delle sue acque

 

respirando di te l

essenza,

ho contemplato

 

i fulgori dell

oscura notte.

Li ho sussurrati al mattino,

 

con la pelle immersa

 

nel sole

 

ed i sensi adagiati

 

nell

ombra dellanimo tuo,

come mai avrei potuto

 

se solo.

 

Ora,

 

come io artista e tu estro,

 

carpisci note alla spuma e alla rugiada

 

ed al vento

 

la nostra poesia

 

canta!

 

 

 

 

MANTO DI TENEBRA

 

Ama il mare

 

L

immane sua armonia

Frangersi in spuma

 

Nella maestosità

 

della scogliera

 

Ch

ama a sua volta

La solenne sua immobilità

 

Dissolversi in riverbero

 

Nelle danze eteree

 

Dell

acqua.

Così

 

Ella ama la sua ignea luce

 

Avvolta dal manto di tenebra di lui,

 

Egli ama la sua oscurità

 

Stracciata dai guizzi di fulgore di lei,

 

Ciascuno nell

iridi dellaltro.

 

 

 

OSCURO ENIGMA

 

Avvolto l

istinto

da un manto di mestizia

 

-imprimendo nella neve orme d

onice-

respiro un

arida ibernazione

fra montagne canute.

 

Squassato il pensiero

 

da fitte schiere

 

di lividi tassi e spogli gelsi,

 

vano m

arranco

per una forra ove gemere

 

all

insaputa della selva.

Incatenati i sensi

 

da esperidi coriacee

 

a riverberi sparuti d

un fiume sibilante,

madido di foschia

 

mi struggo ammirando nel vespro

 

l

oscuro enigma

-effimero-

 

costellato di fulgori criptici.

 

Ma nell

unica lacrima

serbo il ricordo

 

d

un ibis tinta

d

ostro giulivo

che con sguardo di lince

 

sonda ogni orizzonte,

 

carpendo della meraviglia la purezza.

 

Così dell

essenza

-che anche solo a percepire

 

spesso s

anela-

ella rifulge.

 

 

 

 

IMMENSITA’ INDEFINITE

 

Volle il caso che quella sera

 

Una nube d

ovatta azzurra evaporasse

Da immensità indefinite

 

A titillare soave il roseo cielo.

 

Della sua serenità quel gigante

 

Inondava il tutto

 

Che al di sotto gli voltava le spalle,

 

Riarso dalla sua decadenza.

 

Mirabile spettacolo

 

Nei meandri più foschi dell

essere mio

S

insinuò;

Violento

 

Fra le effusioni dell

istinto ed i bagliori dellemozione

Cercò la ragione,

 

Volle destarla.

 

Così io compresi la mia beatitudine,

 

Scovandola

 

E poi rimirandola

 

In una fausta sera estiva.

 

 

 

 

INCANDESCENTE

 

Ad un arido aggallato

 

S

abbandona.

Iris vividi o giunchi fausti

 

-Acidi come uno spillo di luce irriverente

 

Diritto negli occhi-

 

Talvolta l

accarezzano.

Del silenzio non teme più

 

Gli echi,

 

dell

oscurità non agogna più

le ombre.

 

Giunge così all

orizzonte,

rincorrendo il tramonto;

 

si getta

 

divampando incandescente

 

in un

eruzione di fulgore.

Grida la commozione,

 

Piange la gioia,

 

Fa l

amore con la morte.

– S

estingue nel mare

Che di vita

 

Vibra.-

 

 

 

 

SORDIDI LAMENTI

 

Sotto betulle

 

torbide lacrime

 

sordidi lamenti

 

d

un pavone a cui

gli sfolgorii delle piume

 

l

impervia selva

eclissa.

 

 

 

 

FRANTUMAZIONE

 

Della burrasca di vermiglio

 

E delle sue magnifiche folgori

 

Solo indugiano esauste perle

 

Sul lacero perpetuino.

 

Segue l

eliotropio

Il fulgido splendore;

 

ma non il fiammante Apollo,

 

non il Sole.

 

Si schiude il mirabile fiore

 

Alla nera ombra;

 

non all

estatica Selene,

non alla Luna.

 

Allora nella placida aurora.

 

(

Frantumata in lacrime lillusione, nel silenzio della solitudine sento forte la tua presenza;

Il mio demone mi ha lanciato contro un boomerang ma la mia fede è cresciuta.

 

So che piangere significa ritrovarsi, glorificare Dio non più il mio io.

 

Guardo avanti e scendendo nelle acque battesimali

 

rinasco in Cristo Gesù come una sua nuova creatura,

 

il male appartiene ormai al mio passato:

 

È cancellato e vinto, frantumato!

).

 

 

 

 

ECHI ANCESTRALI

 

Una radura imperlata

 

Di luce

 

Soffonde in echi ancestrali

 

Di grandine

 

Un sogno screziato

 

Di malinconia;

 

Ciò che è stato

 

Di consapevolezza

 

S

inebria.

 

 

 

FOGLIAME DI SANGUE

 

-Fogliame di sangue

 

Macerato graffia

 

E spiana lercio sentiero

 

Entro faggi di pece-

 

Lì giace abietto

 

essere scialbo

 

per le bieche percosse

 

nei suoi tardivi fremiti.

 

-Ma scroscerà

 

Rugiada d

onice

Ed irromperà ogni tinta

 

vivida nel viluppo dell

ombra.-

Nell

iridi vitree sfolgorio

d

ardesia lincita al primo

indomito vacillare;

 

egli correrà allora

 

reiterando la vita

 

tra spine di rose

 

superbe

 

ruggendo lacrime.

 

 

 

 

 

PULSA…LA VITA

 

Nei celati orizzonti

 

Incede gelido il vento

 

Lontano coi neri nembi.

 

A fiotti da sprazzi d

azzurro

Floridi imperlano i raggi

 

d

ambra i prati rinnovati.

Lassi e sparuti solo

 

gli arbusti straziati e tremanti

 

ancor pulsano di vita

 

aspettando

 

della primavera l

arancio e il vermiglio.

 

 

 

 

 

SOLE SPENTO

 

S

è spento il sole

nell

orizzonte

Vibra il mare e

 

brilla d

oscurità

com

ogni tuo sguardo.

 

 

 

SILENZIO CREPUSCOLARE

 

Prese l

iridi

Dal silenzio crepuscolare

 

Nell

essere minabisso

Come amanti di fiamma tremanti

 

Brucianti dinanzi all

oceano

In burrasca.

 

Così l

avverto

Sole d

onice

Fatua palpitare;

 

la vita.

 

 

 

 

 

FOLGORI

 

Ci sono macchie scure, zone d

ombra che anziché scacciare ho alimentato,

Che non riesco ad estirpare mai dal mio io: frutti cattivi d

un albero buono,

Enigmi interiori della mia mente, sempre invasa da concupiscenti tentazioni demoniache,

 

Carnali follie indecifrabili radicate in me sin dalla nascita:

 

Perdonami mamma!

 

Se non son riuscito ad essere ciò che volevi,

 

Per non aver saputo vivere una vita normale: una falsa libertà mi rendeva schiavo.

 

Ora che tu non sei più capisco che l

unica ragione della tua vita ero io

Le tue parole scuotono la mia anima

 

Come folgori nella notte, ho sfigurato la bellezza dell

anima scandalizzando i miei occhi;

Rimane il rimpianto di non averti ascoltata e il doloroso esame d

un passato ingolfato di sbagli.

Ma vi è un

unica grande consolazione dopo la tua morte, segno di vittoria:

L

imbattibile tempio di Satana fatto di lussuriose immagini oscene,

Eretto in segreto a casa mia, ora brucia nel fuoco, umiliato ed impotente,

 

Ridotto in cenere, trasformato in sporcizia e spazzatura.

 

 

 

 

VITA SU MORTE

 

Rosei petali

 

sparsi

 

su

 

riverberi

 

oro

 

e porpora

 

d

un

brillante sole,

 

laggiù

 

in una

 

pozzanghera

 

di cieco

 

cemento.

 

 

 

 

 

FOSSI CUPI

 

Limpide allietava il sole

 

Rose cremisi d

assurdo splendore

E Zefiro fra petali di mille viole

 

Danzava coi gigli in spirali di candore.

 

Ma d

un tratto scese lombra

Sui prati rossi.

 

Nera nube spense ogni ambra

 

Nel buio di cupi fossi.

 

Sbiadita ogni tinta

 

Si staglia unico al di là del monte

 

Linea cieca e muta

 

Di morte e dubbio l

orizzonte.

Invasa la terra e ogni umano essere vagante

 

Da un esercito di demoni in azione

 

Specializzato ciascuno dei quali e operante

 

Nel proprio campo di tentazione.

 

Più forte dai cupi fossi essa si alzerà

 

Verso chi nel cammin di fede dal peccato sembra distante,

 

Difficile preda più ambita sarà:

 

L

acqua santa in diabolico veleno mutamento devastante!

 

 

 

 

 

PERLE DI CANDORE

 

Fiammante il fulgido Sole

 

Con sfolgoranti gigli di fulgore

 

Nell

immane mare sino alla sponda sparge

Sentiero di luce che arde

 

Fra un miliardo di sguardi frementi

 

Corrucciati, bruciati, accecati

 

All

orizzonte rivolti

Bimbo nella spuma s

immerge

S

abbaglia di sorriso che splende

Carpendo coppa traboccante perle di candore

 

Con due mani Sole.

 

 

 

 

 

 

PROFONDITA’

 

Sorrisi Di Perla

 

Lacrime D

onice

Grida Di Smeraldo

 

Passioni Di Rubino

 

Cosa n’ode il mare?

 

Uguali, soavi e mille

 

Su profondità diafane

 

Del suo volto benigno

 

Solo

 

Mormorii d

Onda

Ombre di Spuma

 

Gigli di Fulgore

 

Ode il mare.

 

 

 

 

IL CARILLON DEL DOLORE

 

Culla Sporca Di Sperma

 

Strilla In Silenzio

 

Ma Ancora Sussurra

 

Melodie Di Velluto

 

Il Carillon.

 

 

 

 

 

MACHERA DI CRISTALLO

 

Chiudete il sipario

 

lo spettacolo volge alla fine

 

ormai stanco l

artista

sfinito si ritira

 

nel suo camerino.

 

Nel pubblico cercava

 

una luce

 

lo sguardo della sua ballerina

 

ma vana è la ricerca

 

lei danza

 

persa nel nulla.

 

Lo spettacolo impassibile

 

ricomincia:

 

“Ridi, ridi…

 

vivi, interpreta… sogna!”

 

Ci sarà

 

ancora una commedia

 

e come sempre tu sarai

 

l’incompreso protagonista,

 

al di là di te stesso

 

dietro maschera di cristallo

 

oltre ipocrite finzioni,

 

una smorfia di gelo.

 

Dolce e incantevole

 

l

illusione

malata

 

e tu sei inconsapevole maestro

 

regista

 

e attore.

 

 

 

LASSU’…OLTRE LE NUVOLE

 

Venne il vento

 

e portò via

 

i suoi ricordi,

 

in un alito

 

li rapì trascinandoli

 

senza darle spiegazione alcuna.

 

Leggeri

 

fluttuavano

 

nel cielo,

 

liberi

 

finalmente

 

di volare,

 

da soli

 

non più reali

 

senza vincoli.

 

Un sorriso rubato

 

un amore mai scordato

 

una passione

 

il dolce tocco di un bambino!

 

Volarono insieme

 

lassù

 

oltre le nuvole

 

oltre il blu.

 

Raggiunsero

 

mete da tanto sognate

 

per vivere ancora una volta nel cuore

 

di chi li aveva perduti.

 

 

 

 

 

ANIME MUTE

 

Solo ti perdo

 

In pensieri offuscati

 

Da nebbie indistinte

 

Attimi scappati

 

Da un destino non svelato

 

La tristezza t

invade

Come un

onda alta e potente

Che non lascia scampo

 

Tu piccola donna

 

Puntino nell

universo

Di anime indistinte

 

Di volti non definiti

 

Granello di sabbia

 

Sulla riva

 

Di un mare

 

Di corpi informi

 

Di anime lacerate

 

In un attimo

 

Da anni e anni

 

Di odio

 

Di vendetta

 

Di tragedie

 

Accumulati

 

Gli uni sugli altri

 

Anime mute

 

Stanno lì

 

In silenzio

 

Ad ascoltare

 

La speranza

 

Di un domani

 

Di un giorno nuovo

 

Di una nuova luce

 

Che rischiari il cammino

 

Una luce accecante

 

Bagliore d

amore

E fratellanza

 

Luce di tolleranza

 

Luce di pace

 

Che rischiari la speranza

 

Di una vita migliore

 

Di raggiungere la riva

 

Della salvezza.

 

 

 

 

 

GRIGIO ACQUARELLO

 

Pioggia sul selciato

 

colori indistinti

 

anime bagnate.

 

Delicatissimo

 

fruscio.

 

Sembra del pittore

 

il pennello che:

 

leggero dipinge

 

grigio acquarello.

 

Frusciare lento:

 

come seta

 

antica.

 

Leggero andare.

 

Semplicemente:

 

Piove.

 

 

 

 

MAGIE D’AUTUNNO

 

Quando le foglie

 

si preparano a morire

 

regalando:

 

non un

agonia

ma un tripudio di colori

 

il cuore immalinconisce.

 

Si sente andar via

 

rubare dall

età

offuscare dai ricordi.

 

Come le foglie

 

mescola colori.

 

L

oro: è lamore.

L

argento: la sua età.

Il rosso: la sua vita.

 

Il verde: il suo prato di speranze

 

Questa è la magia.

 

Un bosco d

autunno

colorato.

 

Non è agonia.

 

di un cuore

 

ancora innamorato

 

di questa vita stanca.

 

 

 

 

LA TELA DELLE TRE SORELLE

 

Tre sorelle

 

tessono una tela.

 

Buio:sorregge il filo

 

Notte:tesse lesta

 

Orrore:cuce.

 

Grido, per tornare

 

quello che ero.

 

Nessuno ode.

 

Il silenzio tace.

 

Mi avvolge scuro

 

quasi maligno.

 

La tela è pronta:

 

sudario destinato

 

a una parola.

 

Deve morire:

 

il suo sepolcro

 

è pronto.

 

Solo la mia dolcissima Asia

 

può riaprire

 

il vaso.

 

Far uscir speranza.

 

Corri Asia corri

 

del tempo mi puoi

 

ancora regalare.

 

Il Vento

 

non lo voglio

 

ancora seppellire!

 

 

 

 

 

LA SCALA DEL TEMPO

 

Vecchie scale

 

consumate da secoli

 

di passi mi portano

 

alla finestra dove

 

stavo affacciato

 

da bambino.

 

Son passati anni

 

anni ed ancora anni!

 

e ti ritrovo qui

 

fedele,

 

polverosa

 

ma sempre amica.

 

Come sdraiato

 

su di un’antica e spettrale

 

sedia a dondolo.

 

man mano

 

crescevo

 

osservando il mondo

 

con occhi sempre nuovi.

 

Com

era bello

il paesaggio:

 

dolce brughiera

 

un pò nebbiosa.

 

ed io li, incantato

 

a guardare.

 

Anche ora mi affaccio.

 

Ritrovo quella voglia

 

d’un tempo.

 

che sembra

 

improvvisamente esumarsi.

 

Il vecchio ulivo,

 

sempre più grande,

 

ora mi sta salutando.

 

Lui mi riconosce ancora.

 

Eppure quanto

 

son cambiato da allora.

 

Scende piano

 

l

autunno

sui miei anni!

 

Come scende dolce

 

serena in fondo alla mia anima

 

la sera!

 

Ora devo, devo, devo

 

andare,

 

là dove tutto mi è straniero

 

il futuro nebuloso e incerto

 

la vecchiaia opprimente ed imminente.

 

Ma un giorno

 

un giorno forse tornerò

 

e quando ciò accadrà

 

chissà

 

se mi riconoscerai

 

ancora!

 

Chissà

 

se nel bianco dei miei capelli

 

e nella stanchezza delle mie rughe,

 

saprai captare nuovamente

 

gli occhi di me bambino.

 

 

 

SUSSURRI E POESIA

 

Liquide note

 

virtuose:

 

nell

aria spandono

voce melodiosa

 

di questo pianoforte.

 

Si confondono

 

col silenzio

 

danzando tra

 

i cristalli

 

del lampadario.

 

Sospese nei pensieri

 

si rincorrono

 

tra felicità e tristezza.

 

Pianissimo

…………..

Ecco l

andante .

Sussurri e poesia.

 

Sull

ultima nota

s

incanta il silenzio.

 

 

 

VAI

 

Solchi l

acqua

Maestosa.

 

Tuo il mare

 

che succube

 

ti abbraccia

 

frusciante sussurra.

 

Ora vai,

 

non indugiare oltre

 

forte e sicura.

 

verso orizzonti

 

con nuovi arcobaleni.

 

La tua forza

 

dammi

 

prendimi come polena:

 

con te conoscerò

 

il sapore amaro del mare.

 

Oltre l

orizzonte

sparirò con te

 

coperto di sale.

 

 

 

 

TEMPESTA SPETTRALE

 

Passione

 

risplende

 

nel miraglio della lussuria

 

come fuoco

 

che arde

 

vane emozioni.

 

Frammenti rosso rubino

 

riflettono

 

il femmineo profilo

 

di suadente fascino

 

alchimia di incanto e fertilità.

 

Ricordo effimero

 

di perduto amore

 

volteggia

 

come foglia

 

al gelido vento

 

per poi svanire

 

in un anelito

 

di vivo sentimento.

 

offuscati i nostri lumi

 

dentro di noi saette

 

come serpi di una tempesta imminente

 

ritardata dal vento

 

strisciante dei nostri

 

mille brevi baci

 

e taci, taci…

 

pulsa parole e brama la mente

 

di voglia ossessiva

 

stropiccia d

arancia la pelle

e piega le gambe debolmente

 

ad ogni graffio

 

ad ogni morso

 

ad ogni soffio…

 

una cerniera lampo

 

scivola lenta in verticale

 

giù fino all

osso sacro

sinuosa sbaraglia il campo

 

come un freddo bisturi

 

la tua colonna vertebrale…

 

fa’ piano ché dentro di noi

 

la tempesta in corso

 

la diplomazia dei gesti

 

è all

erta per dilungare

questa lotta eterea

 

in questa notte eterna…

 

lesto sulle tue labbra

 

soave sul tuo neo

 

ti guardo cedere dolcemente

 

t

accarezzo da brividi il collo

e m

arrampico tra le tue valli…

ti adoro inginocchiato e fedele

 

bacio il tuo letto a mani tese

 

guanto d

ansia e di finta quiete

assorbito dal tuo incenso

 

frustato dalle tue catene

 

e ingoiato dalla forca…

 

frutto di mare

 

libertà e male

 

ti mangio crudo

 

sei il bisogno

 

sei vizio

 

sei sazietà animale

 

in questo lampo notturno

 

sei tempesta spettrale.

 

 

 

 

COMPLICE ARMONIA

 

Visi sconosciuti

 

dipinti sull

identica tela

nell

attesa di un sogno,

arrivano a percepire la vibrazione

 

di somiglianze ancestrali,

 

scoprendo gli occhi

 

a disegnare fuggevoli

 

momenti di serenità dell

anima.

Divisi da terre lontane

 

affiora il desiderio

 

di sentire le voci,

 

di sfiorare attimi di complice armonia

 

per nutrire lo stupore

 

che avvicina le emozioni più profonde.

 

Così, gemelli nel respiro,

 

camminando mano nella mano,

 

compagni d

avventura

del destino incantato,

 

una cascata di luce

 

inonderà l

intima passione

di una carezza al chiaro di luna.

 

Sarà la gioia di un incontro.

 

Per un lunghissimo istante

che apparirà vicino all

infinito

 

in cui equilibrio e grazia,

 

liberando i sensi più puri,

 

concederanno il privilegio

 

di abitare lo stesso mondo.

 

 

 

 

 

IL CANTO DEL CIGNO

 

Vivide gocce rincorrono

 

immagini sbiadite nell

 

ombra;

drappi neri s

inseguono

nel cielo di lucida pioggia.

S

incammina la sera

e i tratti del mondo

scolora.

Bruciano nuvole torbide

– stordite, infiammate –

al canto del cigno

solista del sole.

Con lingua di fuoco

le afferra, dilaga,

si scioglie, le invade.

È un incendio sommerso

d

oro e piombo colati

– fusi l

uno nellaltro –

abbracciati.

Il cielo s

inebria,

svanisce la terra…

 

ESTASI ANTICHE

 

Quando il tempo era vivo

 

e potevi toccarlo

 

con dita profumate di bimba

 

non respirando ancora

 

quel suo aroma amaro,

 

quando poi ti baciò

 

fra i capelli e sulla pelle

 

facendoti donna,

 

facendoti dea

 

di giovinezza immortale,

 

lì ero io

 

come un veliero

 

sospeso sopra il mare,

 

uno squarcio ferito di vento

 

che scioglieva il dolore

 

a ricordarti chi ero

 

al di fuori di te,

 

immerso di carne e di sangue

 

a coprire il silenzio del tuo segreto..

 

E di ogni cosa sentisti finalmente il sapore.

 

Mi sfiorasti, vaga e indistinta

 

– visione intatta dell

anima –

pietra, raggio di luce e follia:

 

linfa dolce dalle vene,

 

dubbio aperto fra le cosce,

 

la percezione incerta di esistere

 

in bilico sul filo, per amare.

 

in estasi fuggevoli di nulla

 

a dissetarci coi nostri corpi mortali

 

e le nostre anime divine

 

ancora e poi ancora…

 

 

 

 

ABISSI SENZA SCAMPO

 

Arrenditi fra le mie braccia fragili

 

scivola piano ai bordi del mio cuore;

 

io ti ho dispersa ormai tra mille angoli

 

e nevica un silenzio che assassina…

 

Assolvimi per questo cielo inutile

 

– pieno di voli e abissi senza scampo-

 

ricorda che bellezza non perdona:

 

svicola serpe in fondo ai desideri.

 

E quel che è stato è cibo per i cani

 

– ruvido istinto che incatena ai limiti –

 

volgi lo sguardo, la tua strada è libera:

 

assolo e dissonanza ancora tiepidi…

 

Tutto mi tace intorno come l

ombra

del mondo che si allunga sulla via.

 

Gli occhi di un cieco tu li hai mai guardati?

 

Sono rivolti al sogno che non muta.

 

Conta solo il respiro, mentre il tempo

 

ignaro arresta il passo sulla soglia;

 

nevica adesso e ormai si è fatto tardi…

 

La parola, soltanto, gronda sangue.

 

 

 

 

 

IO RESPIRO

 

Era l

istante immobile, stremato

sugli occhi nudi e visionari

 

dell

aurora.

Raccolsi l

erba e chiusi il pugno

a trattenerlo,

 

ma fu l

errore a tradirmi

e sciolse il pianto.

 

Credo all

idea,

al sogno fatto carne

 

che mi fu spina

 

a crescermi nel cuore.

 

Fiore non schiude

 

se neghi pioggia al cielo

 

e nell

istante fermo, adesso,

io respiro.

 

 

 

SCHIAVA DELLA CARNE

 

Donna

 

che sei padrona di niente,

 

schiava della carne

 

spezza per me queste catene

 

rimescola il mio sangue

 

alla sabbia del deserto

 

trasfondi il tuo – piacere!-

 

in un

oasi di sole,

e rompi il silenzio

 

complice d

inganno,

restituisci dignità al cielo

 

ed al mio corpo:

 

rifammi bambino nel cuore e nell’anima

 

– come sai fare –

 

tu che dal tuo utero dài vita.

 

E fammi fiore

 

che dai miei petali strappati

 

non sgorghi più il dolore,

 

ma finalmente la speranza

 

di un giorno nuovo,

 

in cui la libertà di essere

 

non sia solo orizzonte

 

ma germoglio di vita vera.

 

 

 

 

INSEGUENDO LE NUVOLE

 

Le nuvole passano

 

dentro ai tuoi occhi,

 

sono uccelli che tornano

 

da molto lontano…

 

o forse stanno ancora partendo

 

per l

amore che non dice

e sussurrano parole,

 

nel silenzio.

 

Le nuvole oggi

 

mi attraversano il cuore,

 

sono gocce di pioggia

 

e di sole cadute

 

tra le dita bagnate

 

in fondo al secchio del tempo,

 

mentre il fiume scorreva

 

annegandomi i sogni…

 

Le mie nuvole

 

le ho succhiate da piccolo

 

nelle notti in cui avevo paura,

 

quando il buio

 

mi entrava dagli occhi

 

sotto fredde lenzuola di rabbia;

 

gli aquiloni strappavano il filo come palloncini colorati

 

e restavo a guardarli volare.

 

Ora che sono libero

 

dentro la mia illusione

 

voglio perdermi ancora, un sacco a pelo e via

inseguendo le nuvole.

 

Mi raccolgo le lacrime

 

e ne intreccio collane:

 

incantesimi fragili,

 

perché il cielo è mutevole.

 

 

 

 

 

STANOTTE

 

Stanotte

 

ho fermato su di me

 

le tue labbra,

 

spezzando il lamento

 

del tempo

 

in cui fui senza esser chi sono.

 

Sull

 

erba

è lievitato di sole

il mio corpo,

l

ampolla si è versata

nel mare

del tuo vivermi dentro, da sempre.

E l

onda

si è infranta sull

orlo

del sogno

-donna, sangue, mio amore-

sgranando

l

eterno proprio fra le mie dita.

Tu stai a me

come l

acqua ad un fiore

come il buio alle stelle,

il canto antico degli avi

che mi nutre le vene.

Mi somigli, mi insegni

il flusso delle maree

-ritmo arcaico del cuore-

l

inverno che non si umilia

e incarna già primavere.

Stanotte

ti ho sentita tremare

nel sonno,

il dolore ha sfoltito le ciglia,

ma il tuo fiato

era culla e rifugio.

Il delirio

dei giorni sprecati

a contare

in silenzio la pioggia

si è dissolto

nel tuo abbraccio caldo

ai confini

di un mondo inviolato.

Ora dormi

mia Atlantide emersa

dal profondo

mistero notturno,

mio miraggio

più vero del vero…

e chiamandoti

imparo il mio nome.

 

E POESIA FU

 

Dall

amante tormento

fra le tenebre e aurora

 

originarono i venti

 

che impetuosi versarono,

 

zampillarono stelle

 

a illuminare la notte.

 

Il sangue sgorgò

 

dalle ferite del cielo.

 

E poesia fu

 

agli occhi dell

uomo.

 

 

 

 

SIMBIOSI D’ANIME

 

Fuso al ventre della Madre

 

-inscindibile crepa

 

d

immaturo amore-

sempre andrai cercando

 

un varco al centro

 

dell

universo ingrato.

Nuvole dense e pioggia

 

nei tuoi occhi

 

incontrati per strada

 

mentre già tradivo,

 

Armato di cristallo

 

crepitando lucciole distanti.

 

Non erano braccia

 

nè certezze

 

Non erano lievi i sogni

 

nè carezze

 

Avevo reciso il filo

 

di tristezza…

 

Anch

io

prigioniero di un

immagine stranita

Anch

io

perso per sempre nel deserto:

 

Ferite

 

aperte tra lacrime nude…

 

Eppure siamo stretti

 

uno nell

altra,

pericolanti tracce

 

del futuro,

 

sopravissuti allo strappo

 

più crudele.

 

Tremante sui sentieri

 

del tramonto,

 

attraversando in bilico

 

i crepacci,

 

trasparente è ancora

 

il nostro sguardo.

 

Sospesi sull

abisso,

franando a perdifiato nell

immenso…

Simbiotica

 

-d

intreccio indissolubile-

è la nostra

 

Unica Anima.

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ENIGMI INTERIORI-LA FINE DELLA CICOGNA di CLAUDIO CISCOultima modifica: 2012-12-24T08:08:00+01:00da claudiocisc1
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