VERSI CON IMMAGINI (Claudio Cisco)

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CLAUDIO CISCO.  Scrittore  poeta.  Nato a Messina nel 1964.  Appassionato dell’arte in tutte le sue forme e manifestazioni, trova prestissimo la propria realizzazione artistica nella letteratura, anche perchè sollecitato sin da giovanissimo da una innata predisposizione verso la scrittura che si è rivelata sempre viva e costante. Compone incessantemente sia in linguaggio poetico che in quello prosaico. Tra i temi trattati dall’autore con maggiore interesse durante questo cammino letterario spiccano l’amore per l’adolescenza e più in generale per la giovinezza, la continua e spasmodica ricerca di un contatto quasi epidermico con la natura come rifugio personale fin quasi a sentirsi in perfetta simbiosi con essa, la sempre presente attrazione verso l’irrazionale e l’indefinito che trova nel mondo della fantasia e dell’onirico, del misterioso e del fabuloso, la pià alta espressione della sua creatività. Malinconia e tristezza, desiderio d’evasione e tematiche esistenziali ma anche romanticismo e psicologia dell’animo umano, rappresentano i sentimenti e le attitudini più consoni all’autore che traspaiono riflessi emergendo attraverso i personaggi da lui creati che sono sempre gli ultimi e i disadattati, i sensibili e gli incompresi. Una fondamentale svolta nella creatività dell’autore, è stata data dalla sua recente conversione alla religione evangelica e cristiana che, avvicinandolo fortemente alla fede, gli ha permesso un radicale cambiamento di sentimenti e tematiche delle proprie opere, facendolo aprire conseguentemente all’ottimismo e alla certezza della speranza. I testi sprizzano da tutti i pori gioia e positività che hanno sostituito quel buio e quella negatività che vi aleggiavano prima della conversione.

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LA LUNA DI PETER PAN

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Sentirsi eterni adolescenti

o addirittura curiosi bambini

alla meravigliosa scoperta del mondo.

Presi per mano dalla fantasia,

sospesi fra le nuvole

tra favole ed eroi,

viviamo nella città dei sogni.

In fondo

siamo creature talmente vulnerabili e fragili

che finiscono per provare realmente

i sentimenti e le emozioni che immaginano.

E rifiutare di crescere,

fuggire dalle proprie responsabilità,

annullare la vecchiaia e cancellare la morte.

Tutto è ingenuità,

disarmante stupore,

poetica avventura,

tenerissima immaturità.

Avere per amici solamente

gli artisti,

gli uccelli,

gli acrobati,

gli angeli

e tutti coloro i quali

con i piedi per terra

un senso non hanno.

Viaggiare con la mente,

leggeri come piume

che non atterrano neanche senza vento,

col dono dell’immunità’

verso i problemi pratici quotidiani,

incontaminati dalla crudeltà del materialismo.

Noi siamo Peter Pan,

affetti da una sindrome cronica

che non si potrà mai curare

e che si nutre ogni giorno

di nuovi colori, nuove sensazioni,

abbiamo la luna sempre negli occhi

siam pronti a raggiungerla in ogni magico istante.

Siam veramente malati e patologici?

o forse siamo solo

più fortunati di altri,

capaci di essere noi stessi.

Credo che siamo davvero vicini a Dio

e veniamo da un mondo

che sta al di là.

Sentirsi eterni adolescenti

o addirittura curiosi bambini

alla meravigliosa scoperta del mondo.

Presi per mano dalla fantasia,

sospesi fra le nuvole

tra favole ed eroi,

viviamo nella città dei sogni.

In fondo

siamo creature talmente vulnerabili e fragili

che finiscono per provare realmente

i sentimenti e le emozioni che immaginano.

E rifiutare di crescere,

fuggire dalle proprie responsabilità,

annullare la vecchiaia e cancellare la morte.

Tutto è ingenuità,

disarmante stupore,

poetica avventura,

tenerissima immaturità.

Avere per amici solamente

gli artisti,

gli uccelli,

gli acrobati,

gli angeli

e tutti coloro i quali

con i piedi per terra

un senso non hanno.

Viaggiare con la mente,

leggeri come piume

che non atterrano neanche senza vento,

col dono dell’immunità’

verso i problemi pratici quotidiani,

incontaminati dalla crudeltà del materialismo.

Noi siamo Peter Pan,

affetti da una sindrome cronica

che non si potrà mai curare

e che si nutre ogni giorno

di nuovi colori, nuove sensazioni,

abbiamo la luna sempre negli occhi

siam pronti a raggiungerla in ogni magico istante.

Siam veramente malati e patologici?

o forse siamo solo

più fortunati di altri,

capaci di essere noi stessi.

Credo che siamo davvero vicini a Dio

e veniamo da un mondo

che sta al di là.

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IL SILENZIO NEL SILENZIO

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Erba appena bagnata sulla livida terra,

 

odore di pioggia da poco caduta

 

trasporta nell’aria bollicine di sogni

 

in questo autunno che scorre lento…

 

Silenti alberi ammutoliti e spogliati

 

attendono stanchi giovani foglie,

 

con la nuova stagione arriveranno

 

in questo autunno che respira lento…

 

Un colore giallognolo suggestivo e irreale

 

avvolge ogni cosa di magico incanto,

 

sfumature di anime invocano il sole

 

in questo autunno che sbadiglia lento…

 

Piante e animali stanno dormendo,

 

la natura è un fantasma che si aggira ramingo,

 

persino le pietre chiudono gli occhi arrossati

 

in questo autunno che dorme lento…

 

Non si avvertono rumori, non si odono lamenti

 

non c’è più linfa, è sottratta ogni energia

 

domina il nulla immobile e statico

 

in questo autunno che tace lento…

 

Una coltre di nebbia come una nuvola

 

disegna il paesaggio di malinconica assenza,

 

una sottile tristezza scende sul cuore

 

in questo autunno che muore lento…

 

E in questo bosco solitario e sperduto

 

dove anche il vento non ha la forza di soffiare,

 

io perdo me stesso ed i miei pensieri

 

e nel silenzio io rimango in silenzio.

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L’ANGELO NERO

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L’angelo nero è tornato

 

a bussare alla mia porta.

 

È entrato

 

senza che me ne accorgessi.

 

Nel silenzio assoluto

 

dei suoi passi inesistenti,

 

mi avvolge nel suo manto

 

fatto di fumo e di tenebre.

 

Muta creatura

 

della notte più buia,

 

mi hai preso

 

senza che un lamento

 

venisse fuori dalle mie labbra gelide,

 

bianche come la cera.

 

Ora sono anch’io una creatura della notte

 

una sorta di vampiro

 

assetato di vita, assuefatto di morte,

 

faccio parte del tuo mondo allucinante.

 

Voglio solo fuggire via, nell’oscurità,

 

spiegare le mie ali di pipistrello

 

e volare lontano

 

nella notte che adesso sento d’amare.

 

Fuori il fiume sta scorrendo,

 

dentro il fuoco non si spegne

 

mai un momento,

 

ed io come ti sento, io ti sento!

 

E tu, angelo nero,

 

ormai vivi nell’oscurità della mia anima

 

come una candela accesa

 

che va spegnendosi lentamente

 

ma che non si consuma.

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FIGLIA DEL VENTO

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Lei è nata sulle rive del Sindh

 

aveva lunghi capelli neri,

 

sua madre la lavò nel fiume

 

suo padre le cantò una canzone tribale.

 

È nata mentre arrivava l’inverno

 

le capanne erano fredde,

 

crescendo ha teso la mano, la sua voce voleva parlare

 

ma la gente volgeva lo sguardo altrove.

 

Ha camminato a piedi scalzi

 

e ballato sotto la luce del sole

 

mentre i violini sembravano piangere in musica,

 

e i vecchi del campo narravano misteriose leggende.

 

L’hanno vista fare l’amore sulla terra nuda

 

parlare agli animali

 

sfogliare i petali d’un fiore

 

giocare prendendo per mano i bambini del campo.

 

Lei leggeva il destino

 

vedeva l’anima riflessa negli occhi

 

poi in silenzio

 

riprendeva il suo cammino.

 

È una ROM figlia del vento

 

la sua strada è lunga e faticosa

 

ma è libera e felice di essere quel che è:

 

la vita è andare verso dove non sai.


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SPREMI IL MIO SUCCO

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Spremi il mio succo ragazza!

 

spremi tutta la vigna

 

e beviamo sino ad esserne ebbri

 

che anch’io sono pazzo di te

 

e di nuovo ardo di febbre.

 

Spremine ancora e ancora

 

e riempi la coppa proibita

 

per brindare sorella all’aurora

 

splendida amante della vita.

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ERA UN GIOCO

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Le rincorse sui prati

 

quell’acchiapparci

 

per finire lottando fra l’erba

 

… era un gioco.

 

Era un gioco

 

il mio corpo sul tuo

 

e trattenerti vinta per terra,

 

posarti la testa sul seno

 

aspettando che il respiro

 

tornasse leggero

 

… era un gioco.

 

Era un gioco

 

la prigionia contro i sassi

 

del muretto tra i rovi,

 

il tuo viso offerto nel sole

 

la dolce schermaglia dei fianchi

 

… era un gioco.

 

Ma quel gesto in più,

 

la mia incontrollata reazione,

 

la follia che ci prese

 

e che ci sconvolse la vita,

 

era un gioco dal quale

 

non abbiamo più fatto ritorno.

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MEDUSA

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Chioma di Medusa

 

ha i suoi tentacoli stesi sul letto.

 

Salice piangente

 

sul colle d’illusioni,

 

la luce dell’alba l’accende

 

fonde le fronde col cielo infuocato,

 

disegna l’ombra e il profilo

 

amaro e sommesso … dolce e sottile …

 

… fiero e slanciato.

 

Occhi penetranti come fari di luce,

 

inestinguibili fonti di vita,

 

pozzi profondi, impercepibile essenza

 

dolce presagio di un amaro futuro

 

prova incombente di vita e di morte.


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AMORE

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Ho visto lanterne ardere

in un silenzio infinito

dove la memoria

si perde.

Voci di bambini aleggiare

in un tempo remoto

dove suoni di flauti

contrastavano sussurri e grida.

Incontrollato amore, sconosciuto, amaro

disperato amore

che devasti l’animo

e sconvolgi la mente.

Amore rincorso, perduto, ritrovato

amore di lacrime

che purifichi gli occhi

e lontano calmi l’ardore.

Ho sentito il mare infrangersi

in onde di tempesta

in un tempo inaccessibile

dove il dolore si dissolve.

E ricordi amari al cuore

che offuscano

la vita vissuta

e non vissuta.

Inspiegabile amore, vagabondo, inconsueto

fragile amore

che distruggi il mio sangue

e annienti il mio corpo.

Amore cercato, sognato, sperato

amore di rabbia che infiammi lo sguardo

e lontano

accendi le vene.

Più amore

più forza,

più di te

dentro me.

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BIANCANEVE

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Ragazzini eravamo forse bambini

una decina circa non di più

8-10-13 anni al massimo

queste le nostre età.

35 anni aveva lei se ben ricordo

Biancaneve la chiamavamo noi,

per cinquemila lire il pisellino ci toccava,

per dieci lo succhiava.

Infine per trentamila l’amore faceva

e sempre con uno per volta

mai tutti assieme

o più di uno.

Com’era bella Biancaneve nostra!

Com’era dolce e comprensiva!

Come ci sapeva fare!

Un dolce segreto era e nessuno di noi mai parlò.

Per caso l’ho rivista dopo 30 anni e forse più

appesantita, invecchiata, sfiorita, la nonna pareva

di quella Biancaneve conosciuta allora

ma un sussulto al cuore ho avuto lo stesso nel vederla:

“Biancaneve!”

d’istinto le ho detto senza volerlo;

“Prego?”

mi ha risposto stupita lei.

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CANTO DI DELIZIA

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La mia lingua sfiora la tua lingua,

il mio sesso nel tuo sesso,

il mio cuore nel tuo cuore,

la mia vita nella tua.

Anima sguarnita da ogni vincolo

stretta a me in un desiderio sfrenato

rincorre la perfetta incarnazione del godimento.

Bagnato è il tuo corpo

di linfa sacra

dove riposa la più alta eccitazione

delle fantasie più proibite ed inconscie.

Profumo di rose appena colte

sparse nel tuo campo che ho appena sconfinato,

in un sussulto il tuo respiro

sa di mandorle e canditi.

I tuoi vagiti si fondono con i miei

creando intensi movimenti fisici

di pura creazione artistica

tramutandosi in un canto di delizia.

VERSI CON IMMAGINI (Claudio Cisco)ultima modifica: 2020-06-04T17:11:25+02:00da claudiocisc1
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